Tomba CR
2021, Ballabio (LC)
coll. D. Marelli, F. Panzeri
In un’epoca in cui trattiamo con così tanta leggerezza la morte, quasi consapevoli della sua inutilità, la tomba torna a diventare un manufatto concreto.
Necessario!
Dopo tutto cos’è un’edicola funebre?
E’ un’architettura in grado di effondere quel senso di raccoglimento, di preghiera e del ricordo.
E’ la casa dell’anima.
Occorre ripartire dall’arte classica e da lì, cercare di reinterpretare l’essenza primordiale di quella architettura per tradurla in forme.
Sono le figure antiche, quelle costituite da spazi vuoti, ombre, frammenti, volumi puri… silenzi.
Serve riproporle con estrema chiarezza compositiva e strutturale, evocarle, disporle tra loro con una dose d’ingegno e artifizio affinché divengano contemporanee.
Le figurazioni proposte per il disegno di questo monumento rimandano a tutto ciò.
Sono sviluppate 2 soluzioni progettuali.
La prima soluzione s’eleva nelle sembianze di un monolite, in un continuum artistico che dal piano orizzontale sale e riveste il fronte dei loculi di sepoltura.
Antistante, l’elemento in pietra ne permette la seduta e la contemplazione durante la preghiera.
La recinzione è verniciata di bianco e infittita da tondi in metallo così da originare un fondale astratto e vibrante.
La seconda soluzione prevede un organismo architettonico in cui i rapporti geometrici dei vari elementi rimandano all’ordine e alla misura.
Un doppio piano sfalsato accompagna allo spazio sopraelevato delle pile di sepoltura.
La colonna “del paradiso” chiude la prospettiva lungo l’asse del camminamento in ghiaia.
La seduta consente una sosta di preghiera.
Un telaio in metallo incornicia e completa la composizione.