Per un museo del razionalismo comasco – PROGETTO di TESI
1997, COMO
Un edificio ermetico, chiuso su tre lati che si concede a nord, verso il lago, dove la luce è migliore.
La posizione del museo trova origine dall'intersezione di due assi: quello del Monumento ai Caduti che marca il fronte della riva e quello inclinato suggerito dalla vicina basilica di San Giorgio.
La scelta di progettare un edificio isolato, proporzionato alla cadenza delle altre architetture, è tipica del luogo, poiché costituito da "singoli monumenti di architettura".
SI TRATTA DEL PROGETTO DI LAUREA SVOLTO NELL’ANNO 1997.
LE 21 TAVOLE, MISURANO CM.84×118 , SONO COMPLETAMENTE DISEGNATE A MANO SU CARTA TRASLUCIDA E REALIZZATE MEDIANTE L’UTILIZZO DI MATITA A PUNTA FINE E PASTELLI DI COLORE BIANCO, AZZURRO, AVORIO E NOCCIOLA.
INQUADRAMENTO URBANISTICO
L’area di progetto è collocata al termine del lungolago che, dall’ottocentesca piazza Cavour porta, passati i giardini pubblici, all’antica basilica di San Giorgio in località Borgovico.
Attualmente l’area è occupata dalla rampa di accesso degli idrovolanti, che trovano ricovero nell’hangar a lato stadio.
Il progetto prevede l’eliminazione dello stesso e lo spostamento dell’attività di idroscalo in altra posizione in direzione Cernobbio.
E’ una parte di città particolarmente interessante dal punto di vista paesaggistico e turistico ma sopratutto architettonico.
Questa zona è quella che più chiaramente porta a compimento i temi della città del razionalismo.
Il progetto per un museo del razionalismo comasco viene così calato in una zona già museale, proprio per la presenza di importanti architetture come il Novocomum, il Monumento ai Caduti e la casa Giuliani-Frigerio dì G.Terragni, il complesso polifunzionale e sportivo della Casa del Balilla e la sede della Canottieri dell’ing. G. Mantero, il Tempio Voltiano dell’ecclettico Frigerio, l’edificio per abitazioni Miralago degli architetti Asnago e Vender.
La ridefinizione del disegno della riva in prossimità del museo mediante l’introduzione di un nuovo camminamento a lago, permetterà la visione panoramica nei confronti delle architetture a fronte lago tutt’ora inaccessibili.
IL TIPO ARCHITETTONICO
Il museo in progetto è fondamentalmente composto da 3 elementi: il Corpo dei Servizi – il Museo – il Teatro all’aperto.
Il Corpo dei servizi, misura 48x30x6 mt. è costituito da un basamento alto 3 mt. sopra il quale si sviluppa la monumentale facciata in pietra fino alla quota della torre del Terragni.
Il fronte è solo scalfito asimmetricamente dalla fessura verticale, che separa la parete ripiegata delle scale dai laboratori.
La parete, inclinata di 45°, permette l’illuminazione indiretta per riflessione dei laboratori nelle ore mattutine.
Questa sorta di muro-edificio contiene i principali servizi ad uso del museo: ascensori, torre scale, servizi igienici, bookshop, guardaroba, caffè.
I collegamenti con il museo al l°, 2° e 3° piano sono costituiti da solette a ponte d’innesto con il museo racchiuse da pareti prefabbricate.
Un secondo innesto con pareti corten permette l’accesso diretto dei laboratori al museo.
Il Museo appare completamente ermetico su tre lati, aprendosi esclusivamente verso il fronte lago a nord.
La leggera rampa esterna di accesso è resa necessaria per il frequente innalzamento e straripamento del lago nei periodi di pioggia.
L’impianto museale, racchiude al suo interno una grande sala espositiva a quadrupla altezza, tagliata per metà da un piano ammezzato.
L’ultimo piano espositivo a doppia altezza, comprende un soppalco con vista lago ed un percorso a balconata per soggetti di minore dimensione.
Un doppio muro crea un’intercapedine che sale dalla riva fiancheggiando un lato del museo, per poi circoscrivere le gradinate teatrali e riscendere a terra verso il lato opposto del museo.
Due passerelle metalliche collegano direttamente il museo al teatro esterno, al centro tra le colonne è collocata la pedana circolare del palco: attorno ad essa ruotano Museo e Teatro.
Le gallerie sovrapposte tra loro per quattro piani, si sviluppano tutte attorno al grande spazio centrale e comunicano tra loro attraverso due torri scale poste all’estremità dell’impianto a “C”.
Il fronte a lago è caratterizzato dalla vetrata continua che dal piano interrato sale verso l’ultimo solaio.
Poco avanti rispetto la vetrata sono poste due altissime colonne, che sorreggono l’elemento a ponte orizzontale di collegamento alla galleria del 3° piano, richiamo all’ordine gigante del fronte della vicina Villa Olmo
Il loro collegamento con gli spazi espositivi superiori avviene attraverso il disimpegno centrale che dà accesso ai sistemi di risalita del corpo servizi.
La sala conferenze è l’unico ambiente a piano interrato a cui ha accesso il pubblico. Anch’esso rivolto a nord prende luce zenitale dall’intercapedine a cielo aperto ove è alloggiata la grande abside troncoconica del piccolo teatro.
Il Teatro all’aperto è l’elemento conclusivo del museo. E’ orientato verso la grande vetrata museale porgendo le spalle al lago.
La mole del museo viene ad assumere lo smisurato scenafronte di un teatro romano, luogo immaginario per eccellenza dell’azione teatrale in cui teatro ed architettura sono completamente fusi.
LA SCELTA DEI MATERIALI
L’edificio dei servizi è stato pensato rivestito in lastre verticali da cm. 90x220x7 di Ceppo a finitura levigata.
La facciata verso la città esposta a sud ed i lati di risvolto sono in pietra con rivestimento a parete ventilata, mentre quella opposta è stata pensata intonacata a finitura “rustico tirato fine” e tinteggiata di un colore che comprendesse l’azzurro, il violetto, il grigio; un colore luminoso che rendesse arioso l’accesso a rampa tra i due edifici, un colore astratto senza precisa identità, come le sfumature del lago visibili in lontananza dalla riva nelle diverse ore del giorno.
Il basamento assumerà un differente tipo di rivestimento in sarizzo ghiandone lucidato, come la facciata dell’antica basilica di San Giorgio.
Per quanto riguarda il Museo, è stato pensato un rivestimento in Marmi del Carso come quello impiegato per il Monumento ai caduti del Terragni.
Il rivestimento a lastre orizzontali è in Repen Chiaro, un calcare molto compatto di colore grigio chiaro tendente al nocciola.
La finitura delle lastre è sabbiata con una sottilissima striscia ribassata lucida all’estremo superiore.
Le pareti interne al museo saranno invece in pietra Aurisina, la stessa impiegata per il Tempio Voltiano, a formati più ridotti da cm.55x300x3, posate in orizzontale a finitura lucidata.
Lo zoccolo alto 4 mt. della sala espositiva centrale è previsto in Travertino Classico stuccato e levigato.
Le due colonne che sostengono l’elemento a ponte saranno gettate in opera in cemento pigmentato colore bianco a superficie rigata verticale (cannellata) ottenuta mediante particolari casseri.
Le pareti interne di tutti gli edifici sono previste a rasatura in gesso tinteggiate colore bianco.
Sono previste pavimentazioni in Larice a listoni in tutti gli spazi museali espositivi e nelle sale di pubblico accesso.
Le 3 torri scale sono rivestite in marmo Rosso Asiago lucidato.