Installazioni viarie in Valtellina

2011, Sondrio - VALTELLINA

PROGETTO DI CONCORSO
2° classificato

coll.ri: S. Cogliati, A. Passoni

Ci piace pensare all’architettura di queste rotatorie stradali, disseminate lungo le direttrici principali del territorio di Valtellina, come segni lasciati da quell’immaginaria schiera di prestatori d’opera ambulanti, quali frescatori di ex-voto, bottai, costruttori di finimenti, scalpellini, seggiolai, ecc., che un tempo, in visita periodica presso gli aggregati abitativi di queste valli, distribuivano e contribuivano attraverso la “messa in scena” delle loro arti, ad occasioni di acculturamento reciproco, momenti di attrazione, scuola di mestieri e di sapere popolare che il progetto tende a richiamare e riproporre come un continuo laboratorio di cultura sul territorio.

Le installazioni, saranno realizzate attraverso l’assemblaggio e la lavorazione di materie prime, direttamente acquisite dai diversi ambiti vallivi di appartenenza (piode, blocchi di cava, legno, pietre minute,…). Microarchitetture o manufatti (che in molti casi divengono vere e proprie porte di accesso agli aggregati urbani) come espressione di un costruire spontaneo, fatto di arte popolare, stratificazione di ricordi, sculture della memoria: opere di un sistema museale diffuso, in continuo divenire.
Rotatorie che, per mezzo di operazioni chirurgiche e insieme artigianali, riescano a connotare, sia dal punto di vista ambientale che turistico ciascun insediamento urbano, attraverso la reinterpretazione contemporanea di materiali ed elementi tipici di quell’architettura primitiva, quale patrimonio della più ampia tradizione rurale montana.
Allora lo stesso legno dei graticci che ombreggiano le facciate delle case, oppure la ripetizione seriale dei pali delle vigne, o la tessitura dei muri a secco in pietra o ancora le caratteristiche coperture di piode grezze a taglio irregolare, vengono assemblate con artifizio a reinventare nuovi personaggi, come protagonisti di un progetto a macro scala che consentirà di connotare e far rivivere, strada-facendo, la cultura e l’identità di quei luoghi.

Due casi studio.

ROTATORIA A CHIAVENNA S.P. n.36
L´ingresso al rione di S.Maria è denunciato da un grande portale ad arco dall’intonaco rosato, eretto nel secolo XVIII, in onore di un commissario Grigione. Percorrendo le strette vie del centro storico, si ha l’opportunità di osservare come gli antichi edifici si “aprano” per lasciare spazio a caratteristiche piazzette al cui centro è quasi sempre situata un’elegante fontana.
Anche per il progetto della rotatoria di Chiavenna, il cilindro in pietra e legno dell’installazione, viene assunto, come nel caso della fontana, quale elemento identificativo di quel luogo, quasi a ricomporre quel senso ordinatore negato dal traffico veicolare, attraverso l’imponente figura che si eleva al centro dello slargo stradale.
Il cilindro, è per metà costituito da una struttura in legno grezzo che ne evidenzia l’ossatura portante, mentre per la restante metà è rivestito da tavole in abete su cui vengono assicurate con chiodatura le piode da copertura in serpentino.

ROTATORIA A PRATA CAMPORTACCIO S.P. n.36
L’ampia dimensione della rotatoria posta all’ingresso di Prata Camportaccio si contraddistingue per l’estesa spaziosità dello scenario visivo e paesaggistico del suo intorno.
Tale circostanza, ha suggerito l’installazione di una grande struttura dai doppi piani inclinati e contrapposti, che, poggianti a terra, segnano come un’importante rovina ritrovata, o un grande portale, l’ingresso all’abitato.
Questa sorta di enormi spioventi sono costituiti da telai a traliccio in legno opportunamente dimensionati ed ancorati a terra mediante idonee opere strutturali.
I piani in tavolame d’abete rosso, saranno ricoperti da lastre a mosaico da copertura mentre la pavimentazione sottostante è prevista in pietrisco spaccato di cava, di grande pezzatura.
Il profilo di questa imponente figura o architettura, si eleva verso l’alto come ali protese verso le montagne.
Durante le ore serali le stesse saranno illuminate dal basso così da trasformarsi in architetture di calda luce riflessa.