Casa con torre

2016, Monticello B.za (LC)

con A. Sala

La casa, dal “carattere lombardo”, ha forti affinità con l’architettura tradizionale locale e richiama per alcuni versi la costruzione di certe residenze di inizio Novecento che costellano la Brianza e l’intorno del luogo.
Il progetto per questa casa ha avuto un percorso travagliato.
Dopo lo sviluppo di nove soluzioni di progetto e due dinieghi della Commissione Paesaggio, la casa si è dovuta allineare alle continue imposizioni espresse.

L’area destinata alla costruzione, si colloca in località Torrevilla nella parte nord del comune di Monticello Brianza e si estende su un terreno prevalentemente pianeggiante che ad ovest degrada in leggero declivio verso il paesaggio che sfuma dolcemente.

Sul fianco nord è invece situata Villa Moioli (1790), un fabbricato a blocco isolato su tre livelli, ex stabilimento bachicologico, caratterizzato dalla sobria linearità delle sue facciate e da un piacevole parco delimitato da recinto in muratura di pietra.

Poco prima questa imponente struttura, è situata la chiesa settecentesca di Santa Maria, eretta nel 1774 su progetto dell’ingegner Brioschi.

All’orizzonte è possibile scorgere, nelle giornate limpide e terse, la catena del M.te Rosa e delle Alpi del Vallese.

Da lontano, il blocco della casa definisce il profilo del crinale e si accosta “alla maniera” delle architetture preesistenti, in allineamento alle stesse.

L’intervento in progetto non si sottrae dal  confrontarsi con le preesistenze ambientali, con il paesaggio circostante ma tende principalmente a raffrontarsi e portare il proprio contributo

quasi per aggiunta  agli elementi preesistenti  (la chiesa, l’antica villa, il parco,…) che caratterizzano questo luogo, sino a divenire oggetto architettonico esso stesso che si adagia sul dorsale.

Il progetto  prevede una costruzione con impianto ed alzati simmetrici, dalla tripartizione classica del fronte.

Al piano terra trovano collocazione l’ampia zona giorno rivolta verso il panorama ed il giardino, un minialloggio per l’eventuale domestica e all’estremità opposta, l’autorimessa.

Dagli ambienti principali è possibile accedere alla loggia e guardare attraverso le grandi vetrate panoramiche.Al primo piano, sono distribuiti la camera matrimoniale con relativi guardaroba e servizi igienici oltre al “soggiorno di notte”, una sorta di studiolo, dove ritirarsi la sera prima di coricarsi.

L’emergenza turrita si sopraeleva di mezzo piano rispetto le due falde laterali e contiene la biblioteca con  piccolo terrazzo inglobato nella copertura.

 I prospetti sono caratterizzati da graticci in metallo verniciato mediante un reticolo di tavolette ortogonali tra loro che mascherano le aperture arretrate rispetto al filo del muro.

L’aspetto tecnico e figurativo della griglia si rifà al complesso di case coloniche della Tenuta Zanoletti a Torrevecchia Pia (Pv), in cui gli architetti Asnago e Vender, segnano lungo la fascia di sottogronda, una sottile griglia di mattoni dal forte effetto cromatico. Si tratta di una rilettura contemporanea che ricorda il graticcio di ventilazione delle cascine lombarde e ne tramuta i caratteri della tradizione in termini di attualità.

La copertura è in tegole piane di cotto, colore testa di moro. I serramenti sono in legno verniciati colore marrone. Soglie e davanzali sono in beola grigia con superficie levigata. I parapetti a ringhiera in ferro, verniciati di colore marrone.

Il progetto è stato concepito attraverso un’attenta analisi del contesto, rapportandolo ad una scala territoriale più ampia (quella lombarda),  rispetto a un ambito urbanizzato esclusivamente locale.

Nello specifico, si richiama l’opera di Mino Fiocchi (1893-1983) che, allo stesso modo, per il progetto di Casa Cima ad Abbadia Lariana, si dichiara e si rivolge verso la strada pubblica con la candida  torre della foresteria e l’ampio graticcio in cotto sulla sua facciata.

Il caso da cui il progetto attinge riferimento è quello di casa Vanna Venturi, opera del 1962 dell’Arch. Robert Venturi, in cui il largo prospetto simmetrico (quasi un frontone classico),  viene spaccato dal volume verticale della torre panoramica con il camino, elemento centrale della casa che dal piano terra incombe sino alla copertura. Un’architettura postmoderna in cui la combinazione di forme tradizionali con forme inventate, origina un manufatto  imprevisto e  sorprendente.Quello della “casa con la torre” è un tema sul quale molto si è dibattuto e che da sempre ha sollecitato a sperimentare differenti soluzioni compositive.

Nel caso specifico, seppure nei limiti imposti da quel “gusto tipicamente locale” imposto dalla Commissione Paesaggio, il progetto cerca di esplorare i temi della tradizione classica definiti attraverso una loro rilettura.

Ne sono l’esempio i tentativi di approfondimento della tripartizione del fronte con i due corpi laterali, oppure quello della movimentazione dei volumi con la torre in arretrato, o ancora di certi dettagli costruttivi rivisti in termini di attualità (il graticcio) e infine quello del duplice rapporto che l’edificio instaura con lo spazio pubblico e verso il paesaggio.